Nella mia attività lavorativa mi occupo sia di pavimenti industriali in resina quanto di trattamenti di levigatura del calcestruzzo con utilizzo di silicati di litio, pertanto voglio concedermi la presunzione di poter affrontare questo argomento senza pregiudizi verso l’una o l’altra soluzione.
Data la diffusione sempre su più larga scala dei trattamenti di levigatura del calcestruzzo, mi viene richiesta questa soluzione anche in industrie alimentari ove vige il regime di autocontrollo HACCP.
Spesso, contro il mio interesse, cerco di far capire ai potenziali clienti che un trattamento a base di silicati di litio e/o levigatura del calcestruzzo NON può trovare collocamento in aree destinate a lavorazione, confezionamento e stoccaggio di alimenti sfusi, per i seguenti motivi:
Il fatto che qualcuno lo faccia, non significa che si possa fare.
Un ispettore ASL accorto, di fronte ad una pavimentazione assorbente, non perfettamente igienizzabile o con presenza di zone di accumulo di sporco (giunti, gusce di raccordo, etc.) avrebbe tutte le carte in regola per esporre una regolare contestazione e richiedere la messa a norma degli spazi.
In parte potrebbe essere vero.
Molte pavimentazioni in resina mal eseguite o realizzate in estrema economia, hanno avuto vita breve o brevissima.
Ciò non significa che il mal eseguito sia la regola.
Diverse aziende specializzate unicamente nella levigatura del calcestruzzo, hanno fondato la propria campagna commerciale sul discredito dei rivestimenti in resina.
Un pavimento industriale in resina adeguatamente progettato e realizzato in funzione della specifica destinazione d’uso (e non affidato unicamente a chi fa il prezzo più basso), presenta una vita utile estremamente lunga.
Ma in ambito alimentare si aggiungono altri importantissimi vantaggi:·
Piccola ma importante nota: non sono assolutamente contrario alla realizzazione di pavimenti in calcestruzzo levigato né ai trattamenti a base di silicati di litio! Anzi…
Come specificato all’inizio, questa tipologia di trattamenti rientra nella mia attività, quindi non ho alcun pregiudizio.
Ho solo voluto specificare il loro giusto collocamento, che non può rientrare in ambito HACCP o farmaceutico.
I pavimenti in calcestruzzo levigato possono essere utilizzati in ambito alimentare nelle aree di stoccaggio del prodotto finito e confezionato; trovano inoltre una perfetta collocazione in ambito manifatturiero, logistico, automotive, etc..
Recentemente sono stato convocato presso una industria alimentare, per un sopralluogo e definizione di preventivo per un trattamento di levigatura di una pavimentazione in calcestruzzo, con ovvia destinazione HACCP.
Informato il proprietario dell’immobile dell’impossibilità di realizzare una pavimentazione in calcestruzzo levigato a norma HACCP, lo stesso è ‘caduto dalle nuvole’ e, con fare scocciato, mi ha riferito che: “tra tutte le aziende che ho chiamato, lei è l’unico che ha fatto queste obiezioni. Gli altri lo fanno e me lo garantiscono”.
Ho fatto un passo indietro e rimesso in dubbio le mie competenze, come mi capita spessissimo di fare.
Ho provveduto quindi a (ri)contattare due diversi produttori di sistemi per il trattamento delle superfici in calcestruzzo, leader a livello globale nella produzione diretta di sistemi a trattamenti a base di silicati di litio.
Il responso ai miei quesiti è stato univoco: In funzione dei sistemi utilizzati é possibile arrivare ad un ottimo potere idrorepellente alla superficie in calcestruzzo, ma non garantirne l’ impermeabilità.
La conseguenza, come spiegato precedentemente in questo articolo, è che il pavimento non può assolutamente soddisfare i requisiti HACCP né essere certificato come tale.
Nell'immagine a lato, potete vedere una porzione di pavimento in calcestruzzo levigato realizzato da sole 6 settimane in una torneria meccanica (uno degli ambienti in cui tali pavimentazioni non andrebbero applicate).
L'impresa che ha realizzato il trattamento della pavimentazione, ha 'garantito' al cliente la totale impermeabilità agli oli.
Come é ben visibile nell'immagine, la superficie é tutt'altro che impermeabile e gli oli stanno penetrando.
A questo, va aggiunto che il connubio di residui oleosi e superfisce liscia crea una pavimentazione scivolosa, che non rispetta i requisiti previsti dal D.Lgs 81/2008.
Ora tra cliente e fornitore si aprirà un contenzioso... ma intanto la pavimentazione é stata realizzata.
Se questa é la situazione attuale, vi lascio immaginare come si presenterà il pavimento tra qualche mese o tra due anni, quando il trattamento avrà perso parte della sua efficacia...
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