pavimenti per esterni in calcestruzzo

15/06/2011

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I pavimenti di piazzali esterni sono soggetti ad esposizione alle intemperie, a forti escursioni termiche, ai raggi solari ed ai cicli di gelo-disgelo, pertanto è opportuno prevedere determinati accorgimenti in fase progettuale, tra cui:
• Prevedere una pendenza di almeno 1,5cm/metro per lo scolo delle acque piovane
• Predisporre canaline di raccolta di adeguato dimensionamento
• Realizzare una finitura di tipo “scopata” e non liscia
• Utilizzare impregnanti superficiali al fine di consolidare e proteggere dal gelo.
• Utilizzare un calcestruzzo a prestazione specifico in funzione della particolare esposizione ambientale, quindi di tipo XF3 o XF4
Ad oggi ci sono ancora operatori del settore edile convinti che i calcestruzzi siano “bene o male” tutti uguali tra loro, e che differiscano solo per la quantità di cemento utilizzata nell’impasto. Superfluo dire che non è assolutamente così.
Utilizzare un calcestruzzo specifico per esterni è il primo e più importante accorgimento da adottare quando si deve realizzare una pavimentazione che sarà soggetta a cicli di gelo e disgelo.
I calcestruzzi utilizzati per le opere esterne sono generalmente di tipo XF3 o XF4, caratterizzati fondamentalmente dall’utilizzo di aggregati non gelivi (normativa UNI 8520-2), additivazione con agenti aeranti (UNI 206-1) e l’utilizzo di un rapporto acqua/cemento inferiore a 0,50.
Il calcestruzzo XF3 è indicato solo per il contatto occasionale con sali disgelanti, mentre l’XF4 è idoneo anche per un utilizzo più frequente dei sali.
La chiave del successo dei calcestruzzi per esterni consiste nell’utilizzo degli additivi aeranti sopra menzionati. Gli additivi aeranti sono agenti chimici che, aggiunti al calcestruzzo in quantità normalmente molto bassa (0,05-0,1 % sul peso del cemento), introducono nell’impasto (durante la miscelazione) una quantità di aria pari a circa il 4% in volume, in forma di micro-bolle di diametro compreso fra 50 e 200 micron. Tali bolle d’aria, all’interno del calcestruzzo indurito, fungeranno in seguito da “camera di compensazione”, in grado di assorbire e contrastare gli effetti negativi e disgregativi indotti dall’espansione dell’acqua geliva all’interno del massetto di cls.
L’utilizzo degli additivi aeranti è tuttavia ad esclusiva di tecnici altamente specializzati, in quanto un errato dosaggio degli stessi può portare ad un eccessiva diminuzione delle resistenze specifiche del calcestruzzo.
I cicli di gelo e disgelo non sono l’unica causa di degrado delle pavimentazioni esterne. I Sali disgelanti (generalmente cloruro di sodio) effettuano un’azione corrosiva estremamente aggressiva nei confronti delle strutture in calcestruzzo. Qualora sia previsto l’utilizzo di Sali disgelanti nei periodi invernali, si rende necessario l’utilizzo di calcestruzzo in classe di esposizione ambientale XF4.
Ma perché quindi ci sono così tante pavimentazioni esterne in calcestruzzo che sono in avanzato stato di degrado?
La risposta è purtroppo la più semplice: non è stato utilizzato un calcestruzzo per esterni.
La continua “guerra al ribasso” dei prezzi delle opere edili, porta gli operatori di settore ad utilizzare materie prime (calcestruzzi, additivi ed armature) inidonee alla specifica destinazione d’uso. L’utilizzo di un calcestruzzo per interni di tipo XF1 al posto di un calcestruzzo specifico per esterni, può portare ad un risparmio apparente quantificabile in circa 5-6% sull’opera finita. Tale risparmio si ripercuoterà gravemente negli anni a venire e, se la pavimentazione è esposta a cicli di gelo e disgelo, sarà inevitabilmente portata ad un disgregamento corticale (visibile nella foto).
Interventi di recupero con resine di pavimentazioni “gelate” sottoposte a delaminazione dello strato corticale sono spesso molto onerose, tali generalmente da consigliare una demolizione e ricostruzione ex novo del pavimento.
 

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